Bondi, Bruno Guerri: “Sfiducia ingiusta”

Se il ministro dei Beni culturali Sandro Bondi sarà sfiduciato “si tratterà di un voto che poco ha a che fare con i suoi meriti e demeriti”. Questa l’opinione dello storico Giordano Bruno Guerri, già direttore de L’Indipendente, in un articolo apparso sul Il Giornale.

In qualità di presidente del Vittoriale degli Italiani, Guerri spiega le ragioni per cui le accuse rivolte al titolare del dicastero di via del Collegio Romano sono ingiuste. “Il crollo della Casa dei Gladiatori di Pompei è la conseguenza di una cattiva amministrazione e di una ancora peggiore manutenzione precedenti – rileva Guerri -; attribuirne la responsabilità all’attuale ministro dei Beni culturali è la più surreale applicazione dell’antico ‘Piove, governo ladro!'”.

Anche i tagli alla cultura, voluti dal ministro dell’Economia, Giulio Tremonti, sottolinea lo storico, “in proporzione non sono maggiori di quelli applicati a altri ministeri, altrettanto vitali” e “soltanto la potenza mediatica dei colpiti, registi, attori, funzionari di enti ecc., ha potuto farne un caso addirittura più grave dei tagli alla sanità”.

Guerri ritiene che difficilmente si “sarebbe arrivati al voto di sfiducia se il ministro non fosse anche uno dei coordinatori del Pdl”. I Beni culturali, ricorda lo storico, hanno vissuto ben altri scandali e in quei frangenti nessuno protestò. Ad esempio quando fu nominata ministro nel 1988 la socialdemocratica Vincenza Bono Parrino, che aveva “persino difficoltà a parlare in un italiano comprensibile”. 

Tra i meriti di Bondi, Guerri segnala la creazione della Direzione generale per la valorizzazione dei beni culturali affidata al manager Mario Resca contro il quale si è scagliata l’intellighenzia italiana. “Come se il marketing e la comunicazione sulle quali Resca ha basato la sua azione, con ottimi risultati – osserva lo storico – potessero venire affidati a uno studioso di Leopardi o a qualcuno che non sappia niente di bilanci: la cultura per la cultura è una cosa, l’azione per la cultura è un’altra, non meno importante e delicata”.

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